La Dieta mediterranea era già protagonista delle abitudini alimentari degli antichi abitanti di Pompei. Una consapevolezza rafforzata da quanto emerso a seguito della riapertura della Schola Armaturarum, tornata visibile al pubblico lo scorso 3 gennaio. Sul retro dell’edificio, che probabilmente ospitava un’associazione militare, sono venuti alla luce ambienti di servizio dove si custodivano anfore contenenti olio, vino pregiato e salse di pesce provenienti dal Mediterraneo (Creta, Africa, Sicilia, Spagna), prodotti di qualità da servire in occasioni conviviali o di rappresentanza. “Una piccola storia mediterranea” la definisce il direttore generale del Parco archeologico di Pompei, Massimo Osanna. “Ci sono anfore che arrivano da tutto il Mediterraneo – spiega Osanna -, dal Nordafrica, da Creta, dall’Andalusia. Raccontano la storia del Mediterraneo e anche della Dieta mediterranea. Una dieta fatta di connettività”.
Conviviale, sana, rispettosa dell’ambiente e delle stagioni, salutare ed economica. Sono moltissime le qualità della Dieta mediterranea, iscritta nel 2010 dall’Unesco nella Lista del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità. Gli antichi abitanti di Pompei erano quindi già a conoscenza di queste preziose virtù. Un regime alimentare eccellente che recentemente è stato giudicato il migliore in assoluto per il 2019 dalla rivista Us News and World Report. Frutta, verdura, olio d’oliva, pesce, spezie e altri cibi sani rendono la Dieta mediterranea facile da seguire e un prezioso alleato contro diabete e malattie cardiovascolari.