Il 2020 sarà l’anno delle celebrazioni per i 10 anni della dichiarazione Unesco della Dieta Mediterranea “patrimonio immateriale dell’Umanità”. Un anniversario importante, che sta già mettendo in moto festeggiamenti nelle regioni che continuano a tramandare la tradizione millenaria di questo prezioso regime alimentare. L’Italia sarà tra le nazioni protagoniste di questo “compleanno” speciale e attività e progetti dedicati sono già partiti con un doppio focus: quello relativo all’aspetto culturale della dieta mediterranea e quello fondato su tutti gli elementi collegati a scienza, salute e benessere.
Recentemente, si è svolto alla FAO, a Roma, un incontro promosso dalla Rappresentanza permanente presso le Organizzazioni delle Nazioni Unite a Roma insieme all’agenzia dell’Onu per l’alimentazione, nella cornice dell’iniziativa “Mediterranean Diet’s Principles for Agenda 2030”. Scopo dell’iniziativa quello di valorizzare i regimi alimentari tradizionali, come la dieta mediterranea, per renderli accessibili e disponibili su scala globale e combattere la malnutrizione. Secondo il direttore generale della FAO, Qu Dongyu, i regimi alimentari tradizionali, come la dieta mediterranea, “contengono la saggezza dei nostri antenati e l’essenza culturale delle generazioni”.
Per preparare adeguatamente i festeggiamenti per i 10 anni dall’iscrizione nella lista del Patrimonio immateriale Unesco, a settembre è stata anche sancita un’alleanza tra i Paesi nei quali ha avuto origine la dieta mediterranea, per difenderne principi e valori. All’iniziativa hanno aderito: Cipro, Croazia, Grecia, Marocco, Portogallo, Spagna, Giordania, Libano, Tunisia, San Marino ed Egitto.
Su impulso della FAO, nei prossimi mesi si terranno giornate di studio, approfondimenti scientifici e workshop sulla dieta mediterranea, per concludersi in grande stile nell’autunno del 2020, decimo anniversario dell’iscrizione della dieta mediterranea nella lista Unesco del patrimonio culturale immateriale. Dodici mesi per celebrare oltre duemila anni di storia.