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Lo Scienziato risponde

Domande & risposte con il Prof. Antonio Giordano

  1. Dobbiamo aspettarci una nuova ondata di contagi in autunno?

Nonostante gli enormi progressi fatti dalla scienza per contrastare la pandemia Covid-19, oggi, non possiamo affermare con certezza ciò che potrebbe accadere in autunno.  Le ipotesi attuali derivano dalle esperienze di precedenti pandemie influenzali che riguardavano, comunque, virus diversi. Possiamo dire che non ci siamo ancora liberati del nuovo coronavirus, che esso continua a circolare. Forse, un’ipotesi più ottimistica si potrebbe fare riguardo la gravità della infezione, che potrebbe essere inferiore poiché abbiamo più dimestichezza con le strategie terapeutiche da attuare.

2. Allo scopo di contenere e prevenire nuovi focolai di contagio oltre al mantenimento delle distanze sociali, è utile continuare a  indossare dispositivi di protezione come la mascherina?

Da un punto di vista scientifico non vi è alcun razionale per poter passare in modo immediato da una chiusura totale ed obbligatoria ad un tale stato di libertà e condivisione. Il virus continua a circolare e non vi sono dati realistici che, al momento, ci possano far affermare che sia il virus mutato in una forma più benigna. A livello di sequenza virale, quella mostratasi a gennaio è ancora la stessa che potrebbe approfittare di atteggiamenti poco responsabili per continuare a diffondersi. Pertanto, l’utilizzo di dispositivi di protezione individuali e il dovuto distanziamento è ancora fortemente raccomandato. Per citare un vecchio spot pubblicitario: “Prevenire è meglio che curare”.

3. Anche in questa fase nella quale i contagi sono più contenuti, continuano a essere maggiormente a rischio le persone anziane?

Potrebbe sembrare una malattia più mite, meno insidiosa, ma anche in questo caso, invece, la variazione ha interessato la popolazione clinica piuttosto che i virus.  Innanzitutto le fasce più suscettibili, le persone più a rischio sono state tutelate, poi, a tempi record, la scienza ha dettato direttive migliori su come trattare la patologia, si è passati da una “medicina di guerra” ad una “medicina normale”. Quindi, questo cambio della popolazione clinica non deve trarre in inganno, tutti auspicano ad un cambiamento repentino del virus ma fin quando non si avrà la certezza è eticamente corretto tutelare le persone a rischio.

4. E’ pericoloso fare attività sportiva?

No, se si rispettassero anche in questo caso le norme di distanziamento. Purtroppo per alcuni sport questo non è possibile e, quindi, magari si sta optando per un costante monitoraggio degli atleti. Al fine di ridurre prima e definitivamente il contagio forse si sarebbe potuto aspettare ancora qualche tempo prima di ripartire, almeno per gli sport in cui il contagio è inevitabile.

5. Dopo la guarigione si è immunizzati?

Il rilevamento degli anticorpi, sicuramente è indicativo di una attuale immunità al virus. La presenza di IgG è fondamentale per l’individuazione di persone che potrebbero favorire la guarigione di pazienti più gravi. Quanto sia duratura nel tempo l’immunità acquisita è ancora presto per dirlo.

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