Domande & risposte con il Prof. Antonio Giordano
- Prof. Giordano, in Cina, in particolare nella città di Pechino, il numero dei contagi sta subendo una nuova impennata. In generale, quanto è fondato il timore di una seconda, violenta ondata?
Nonostante gli enormi progressi compiuti dalla scienza per contrastare la pandemia Covid-19, oggi, non possiamo affermare con certezza ciò che potrebbe accadere in autunno. Le ipotesi attuali derivano dalle esperienze di precedenti pandemie influenzali, che riguardavano, comunque, virus diversi. Possiamo dire che non ci siamo ancora liberati del nuovo coronavirus, che esso continua a circolare. Forse, un’ipotesi più ottimistica si potrebbe fare riguardo la gravità della infezione, che potrebbe essere inferiore poiché abbiamo più dimestichezza con le strategie terapeutiche da attuare.
2. Nell’Unione europea si torna a viaggiare, riaprono le frontiere e tanti turisti torneranno a breve nel nostro Paese. Ci sono rischi legati a questi movimenti di persone?
Oggi l’incremento della densità della popolazione, le abitudini di viaggio mondiali, il cambiamento climatico rappresentato tutti co-fattori che favoriscono l’emergere di vecchi e nuovi agenti patogeni che comportano, quindi, il rischio di diventare minacce pandemiche. Una delle principali differenze tra la diffusione delle epidemie precedenti, come la SARS e la MERS, e l’attuale potrebbe consistere proprio in uno minor spostamento globale. Pertanto, esistono sicuramente dei rischi legati allo spostamento di persone. Sarebbe opportuno controllarli nel miglior modo possibile. Pur non essendo possibile prevedere esattamente quale agente, quando e in che modo colpirà, possiamo, tuttavia, farci trovare preparati a gestire tale evento.
3. Il Ministro della Salute, Roberto Speranza, ha recentemente annunciato la firma da parte dell’Italia, insieme a Francia, Olanda e Germania, del contratto per ottenere il vaccino entro il prossimo autunno. Come giudica questa notizia?
I tempi per la scoperta, i test e la produzione di un farmaco o di un vaccino sono lunghi. Sarebbero minori se queste fasi (ricerca, sperimentazione e produzione) fossero affidate non al mercato ma a uno sforzo globale, al mettere insieme risorse, competenze e saperi su scala mondiale. E’ necessario uno sforzo unico, globale, una risposta comune e cooperativa di tutti i paesi del mondo. L’affermazione “l’unione fa la forza” è più che valida per combattere Covid-19.
4. Si parla molto di possibili mutazioni del virus. Dal suo importante punto di osservazione che idea si è fatto su questa materia che non manca di suscitare opinioni contrastanti nel mondo scientifico?
Da un punto di vista scientifico non vi è alcun razionale per poter passare in modo immediato da una chiusura totale ed obbligatoria ad un tale stato di libertà e condivisione. Il virus continua a circolare e non vi sono dati realistici che, al momento, ci possano far affermare che sia il virus mutato in una forma più benigna. A livello di sequenza virale, quella mostratasi a gennaio è ancora la stessa che potrebbe approfittare di atteggiamenti poco responsabili per continuare a diffondersi. Pertanto, l’utilizzo di dispositivi di protezione individuali e il dovuto distanziamento è ancora fortemente raccomandato.