No al consumo di carne per contrastare i cambiamenti climatici. Sì invece a frutta e verdura, con tanti benefici anche per la nostra salute E’ il monito lanciato dall’ONU, attraverso lo studio “Cambiamento climatico e territorio”, diffuso dall’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change). Nel rapporto si sottolinea la necessità di puntare su un regime alimentare incentrato su una quota ridotta o assente di derivati animali, per raggiungere l’obiettivo di un miglioramento nelle condizioni ambientali di tutto il Pianeta. La nostra alimentazione, spiega l’IPCC, impatta sulle condizioni climatiche e sulla sostenibilità ambientale. Per rendere la dieta più ecologica e sostenibile, è necessario aumentare il consumo di cereali, noci, semi, legumi. Questa scelta, infatti, può incidere sulla riduzione dei gas serra.
In questo senso, è fondamentale, sottolinea l’IPCC, liberare quanto più territorio possibile dallo sfruttamento intensivo, attualmente collegato sia all’uso agricolo che all’allevamento. Secondo i dati contenuti all’interno del rapporto, infatti, l’uomo sfrutta per il proprio sostentamento il 72% del territorio emerso. Modificare invece le priorità alimentari, a favore di una dieta maggiormente incentrata sui vegetali, permetterà di ridurre le emissioni di anidride carbonica potenzialmente fino a circa 6 miliardi di tonnellate all’anno.
A contribuire a massicce immissioni di CO2 nell’aria sono soprattutto la coltivazione del riso e l’allevamento di bovini, responsabili del 50% delle emissioni di metano a livello mondiale.
Il sistema alimentare globale contribuisce a produrre circa il 25-30% delle emissioni antropogeniche di gas serra. Per invertire questa tendenza e fermare il fenomeno del riscaldamento globale, è fondamentale operare un cambio di passo rispetto alle abitudini alimentari: incremento nel consumo di frutta e verdura e riduzione dei consumi di carni rosse sono una scelta da compiere ogni giorno e non più rinviabile.